Vedersi riconosciuti quale meta di “viaggi della speranza” è l’essenza della mission aziendale prima ancora di quella di assolvere all’onere di contribuire a migliorare il sistema in termini di qualità e di economia.
Quotidianamente giungono all’azienda ospedaliera “Rummo” attestati di riconoscimento da pazienti che, sia dal punto di vista chirurgico che specificamente medico, hanno ottenuto soddisfazione.
Quando poi tali attestati vengono da articoli apparsi su testate giornalistiche di altra regione e non attraverso il normale strumento della segnalazione all’Urp, il riconoscimento assume un significato più incisivo.
È quanto avvenuto con un articolo apparso sul quotidiano molisano “Primo piano”, lo scorso 24 aprile. L’esplicito titolo recitava: “Pazienti della Valle in fuga dal “Veneziale” di Isernia”; a seguire lo scritto riportava di alcuni utenti che, insoddisfatti delle cure ricevute nel nosocomio molisano, hanno dovuto fare ricorso, su esplicita richiesta, all’ospedale “Rummo”. I due casi riguardavano una 48enne di Rocchetta a Volturno, sottoposta d’urgenza ad intervento presso l’Unità di Chirurgia, e un 60enne di Pozzilli, che temendo di dover subire una operazione non risolutiva si è rivolto al “Rummo” dove ha ottenuto cure adeguate.
Interessante anche sottolineare come il “Rummo” continui a svolgere anche un’azione didattica, soprattutto in riferimento al prof. Cristiano Huscher. Proprio di recente, infatti, è giunta presso la unità di Chirurgia oncologica la richiesta di uno specializzando napoletano, che, insoddisfatto di quanto vede al Policlinico partenopeo, ha chiesto di poter essere presente alle sedute operatorie di Huscher il quale si è detto estremamente disponibile dichiarando: “Il mio reparto e le mie competenze sono a disposizione dei colleghi, sempre e comunque”.
Ovviamente, a queste segnalazioni si aggiungono ogni giorno lettere e comunicazioni di soddisfazione per tutti i reparti dell’ospedale dalle quali si evince non soltanto il corretto agire dal punto di vista sanitario di tutto il nostro personale, ma soprattutto l’umanità.
La professionalità è un dovere, la cortesia e la disponibilità sono “optional” non sempre riscontrabili.