L’ipovisione è una realtà poco conosciuta che, spesso ed erroneamente, viene confusa con la cecità. Essa invece si caratterizza autonomamente non solo da un punto di vista medico-oftalmologico, ma anche psicologico e sociale.
È una condizione di disabilità della funzione visiva, causata da una malattia oculare o, più di rado, neurologica, che si traduce in una perdita della vista tale da interferire nello svolgimento di quegli atti elementari della vita quotidiana necessari per gestire la propria persona, per interagire con l’ambiente e per relazionarsi con gli altri. Cerchiamo di essere un po’ più specifici. Poiché la funzione visiva è rappresentata in primo luogo dall’acuità visiva e dal campo visivo, vari deficit dell’ipovisione possono ostacolare e complicare, ad esempio, l’orientamento e la mobilità.
Ma, per meglio comprendere le difficoltà di un ipovedente, è bene ricordare altre importanti funzioni: visione al buio, discernimento dei colori, visione stereoscopica, sensibilità all’abbagliamento. Per cui, ad esempio, anche se un ipovedente è in grado di distinguere le forme, la vicinanza o meno di un oggetto, la luce e l’ombra, tutto ciò non gli permette di riconoscere adeguatamente le informazioni visive: può riconoscere un cartello stradale, ma non riuscire a leggerlo, può non vedere in tempo un ostacolo o restare abbagliato da una luce improvvisa, può vedere il volto di una persona ma non distinguerne i dettagli… La percezione imprecisa e incostante della realtà visiva può far sì che egli instauri un rapporto incerto con l’ambiente e con le persone e che proceda per tentativi ed errori. Inoltre anche attività come lettura e scrittura, guida, utilizzo di computer e Tv possono risultare compromesse.
Tutto ciò fa si che egli viva differenti stadi psicologici dalla scoperta della patologia fino alla presa di consapevolezza, all’accettazione e all’adattamento alla propria condizione di ipovedente.
Ed è proprio a questa realtà, ancora poco conosciuta ma purtroppo molto diffusa, che si rivolge il Centro Ipovisione “Rosario Zeppa”, aperto, da quasi un anno, presso il reparto d’oculistica, terzo piano del padiglione San Pio dell’azienda ospedaliera “G. Rummo”, diretto da Maria Sanità Zeppa (nella foto).
Il Centro rappresenta un servizio specialistico di riferimento al quale le persone con diagnosi di ipovisione o che lamentano un grosso deficit visivo possono rivolgersi per una più completa e approfondita valutazione diagnostico-funzionale e per intraprendere interventi di riabilitazione funzionale visiva e percorsi di sostegno psicologico.
Esso si avvale della collaborazione di due medici, due ortottiste, una psicologa, due infermieri, una segretaria.
La struttura è dotata di un ambulatorio, attrezzature ed apparecchiature specifiche per la riabilitazione dei pazienti.
Il percorso all’interno della struttura è personalizzato e prevede, in un’ottica interdisciplinare, una serie di tappe.
Una prima fase è dedicata all’accoglienza, momento molto delicato in cui non vanno trascurati eventuali vissuti di ansia ed imbarazzo derivati dall’impatto con un ambiente sconosciuto; s’informa pertanto l’utente sulle modalità di svolgimento del servizio, cogliendone le autentiche motivazioni e le eventuali perplessità e prendendo, eventualmente, accordi in merito. Successivamente inizia il percorso di valutazione diagnostico-funzionale multidimensionale al fine di accertare natura, profondità e caratteristiche del danno della funzione visiva. In parallelo si accolgono, contengono e gestiscono le problematiche psicologiche e sociali correlate o scaturite dalla patologia oculistica.
La seconda fase prevede la programmazione e l’attuazione di interventi di riabilitazione funzionale visiva. Le sedute prevedono la scelta degli ausili ottici per ipovisione più adeguati e l’addestramento al loro uso al fine di insegnare alla persona come utilizzare al meglio la propria risorsa visiva residua. Il ricorso alla riabilitazione visiva, fatta di esercizi e di ausili ottici (lenti speciali, video ingranditori..) che permettono di sfruttare al massimo la potenzialità visiva residua, permette di migliorare notevolmente le condizioni dell’ipovedente nei rapporti familiari, sociali, nella scuola, nel lavoro.. La scelta del migliore ausilio visivo, sia esso per la lettura piuttosto che per la scrittura o per l’osservazione della televisione, coinvolge sia le figure professionali che si adoperano nella riabilitazione ma soprattutto il paziente che, in quello strumento ottico o elettronico, trova la soluzione ad alcuni suoi problemi. L’obiettivo è che la persona raggiunga e mantenga la più alta sfera di autonomia possibile. Parallelamente si sostiene la persona e la famiglia, promuovendo un cambiamento nella modalità di gestione delle esperienze emotive, affettive e relazionali connesse alla patologia.
Verso la fine del percorso si valutano ed eventualmente si rinforzano i risultati raggiunti e si lavora sull’emancipazione della persona dall’equipe e dal contesto ospedaliero.
Sono previsti degli incontri successivi al termine del percorso per verificare l’efficacia dell’intervento proposto e valutare, a distanza di tempo, il mantenimento delle abilità acquisite e la loro influenza sulla qualità di vita. È previsto infatti un lavoro di recupero laddove tale mantenimento non si sia verificato.
L’obiettivo è quello di contribuire a migliorare la qualità di vita della persona ipovedente e della sua rete familiare.
Il servizio è completamente gratuito. È possibile avere ulteriori informazioni in merito o prenotare direttamente, senza ricetta, una consulenza, contattando il numero 0824 57444-57442 o il 333/5488003.